Progetti di integrazione

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

DISABILITA’ - DIFFICOLTA’ E SVANTAGGIO - INTERCULTURA

Presentazione

DISABILITA’  - DIFFICOLTA’ E SVANTAGGIO
Anche l'inserimento nella scuola di  alunni diversamente abili può essere garantito solo da un reale scambio sociale nelle attività di gruppo con i coetanei e dalla possibilità di vivere esperienze formative che gli consentano di valorizzare al meglio tutte le sue potenzialità. E' solo in questa ottica che l'inserimento si trasforma in concreta integrazione, che tiene conto della situazione emotiva, affettiva e intellettiva dell'alunno. Per realizzare queste condizioni gli operatori scolastici interessati, all'inizio dell'anno scolastico, s'incontrano con gli Operatori della ASL che hanno redatto la Diagnosi clinico-funzionale, e con la famiglia, per individuare e concordare potenzialità e possibili strategie di intervento, sintesi che si concretizza nel Profilo Dinamico Funzionale.
Il docente di sostegno e i docenti di sezione o di classe elaborano quindi, dopo un primo periodo di osservazione, il Piano Educativo Individualizzato (PEI), nel quale vengono presi in considerazione gli obiettivi formativi stabiliti per la classe e, in base alle potenzialità dell'alunno, si decide di mantenerne comuni alcuni e/o di differenziarne altri. In aggiunta agli obiettivi relativi alle
discipline, il PEI tiene conto anche dell'autonomia sia personale che sociale dell'alunno, al fine di favorire la sua reale integrazione in ambito scolastico ed extra-scolastico. Il PEI viene periodicamente verificato e, in caso di necessità, modificato per consentire un migliore adattamento alla situazione dell'alunno.
La Legge 170/ott. 2010 e le relative Linee guida lug. 2011 impongono alla scuola di “attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative.” In quest’ottica è stato predisposto un Piano Didattico
Personalizzato nel quale l’Equipe pedagogica o il Consiglio di classe, in collaborazione con la famiglia ed, eventualmente, con il tecnico che ha redatto la diagnosi, stabilisce gli interventi mirati alle difficoltà. Contemporaneamente, però, la progettualità dei docenti di tutte le discipline deve tenere conto delle abilità integre, delle attitudini e degli interessi del ragazzo per sostenerne la
motivazione e l’autostima e valorizzarne le potenzialità di sviluppo. Tale documento contiene: gli interventi didattico-educativi della scuola (percorso formativo, strategie didattiche, metodologie specifiche, strumenti compensativi e misure dispensative), i criteri e le modalità di verifica e valutazione. Esso viene consegnato alla famiglia entro tre mesi dall’inizio della scuola.
INTERCULTURA
Particolare attenzione viene dedicata agli alunni stranieri, numerosi nel nostro territorio, accomunati dalle difficoltà che incontrano a livello linguistico e a livello di integrazione culturale. L'integrazione di tali alunni va considerata un'importante occasione di tipo educativo, utile tanto agli interessati quanto alla classe e alla scuola nel suo complesso. Realizzare una situazione di accoglienza significa soprattutto tener conto: delle difficoltà psicologiche derivanti dall'inserimento in un ambiente nuovo e per molti versi estraneo; delle difficoltà di comprensione derivanti dalla conoscenza approssimativa o nulla della lingua italiana; dell'esigenza di controllare un sistema di rapporti che può essere turbato, anche inconsapevolmente, da pregiudizi o diffidenze; di un contesto familiare che vive i problemi non facili dell'integrazione sociale in termini di lavoro, alloggio, relazione ecc..; di usi, culture, credenze che non si conoscono, ma che influenzano profondamente le abitudini di vita. Alla luce di queste esigenze le équipe pedagogiche ed i consigli di classe interessate all'inserimento di alunni stranieri si preoccupano di: organizzare Piani di lavoro individualizzati, che tengano conto di questi specifici bisogni formativi, ma non sgancino gli alunni dalla realtà della classe; favorire momenti di discussione e di studio riferiti alla "cultura" di provenienza, in modo che le conoscenze degli alunni stranieri diventino una risorsa culturale per la classe; favorire attività di socializzazione e di lavoro di gruppo, che valorizzino la collaborazione, lo scambio di idee, l'aiuto reciproco.
Riferimento PROTOCOLLO INCLUSIVITA' e PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI.